E' ampiamente accetato come la maggior parte dei carcinomi squamosi invasivi sia preceduta da uno stadio preinvasivo asintomatico della malattia nel quale le cellule preneoplastiche siano limitate all'epitelio della cervice. In questo stadio il normale epitelio squamoso della cervice è sostituto da epitelio composto da cellule neoplastiche. Questo è lo stadio più iniziale della malattia ed è indicato come neoplasia cervicale intraepiteliale (CIN). Se non diagnosticato o non trattato, come indicato da numerosi studi, la CIN può evolvere in carcinoma invasivo. Il tempo medio necessario alla CIN per progredire fino a carcinoma invasivo è valutato introno ai 15-20 anni. Ci sono forti indicazioni come il carcinoma invasivo possa essere prevenuto con la diagnosi ed il trattamento delle forme pre invasive.
Studi istologici sull'epitelio cervicale di donne con carcinoma squamoso della cervice hanno mostrato che, a volte, può essere identificato uno stadio intermedio nello sviluppo del carcinoma invasivo. Questo è indicato come stadio microinvasivo del carcinoma cervicale. In questo stadio piccoli gruppi o cellule neoplastiche singole possono essere individuate al di sotto della membrana basale che è il limite di estensione della CIN. Questa condizione è considerata essere il primo segno di invasione. Se il tumore progredisce si ha lo stadio invasivo dove lingue di cellule tumorali si portano dall'epitelio della cervice all'interno dello stroma sottostante. Il tumore può invadere localmente non in modo esteso ma successivamente da invasione vascolare o linfatica che porta alla diffusione metastatica della malattia.
Uno stadio preinvasivo può essere riconosciuto anche per gli adenocarcinomi e viene indicato come adenocarcinoma in sitù o neoplasia ghiandolare intraepiteliale cervicale (CGIN). Lo stadio microivasivo dell'adenocarcinoma probabilmente esiste anche se istologicamente non rappresenta una entità definita.
La rappresentazione grafica sottostante indica gli stadi di sviluppo del carcinoma squamoso cervicale e mostra la progressione da epitelio normale a CIN 1, CIN2, CIN3, a carcinoma microinvasivo e a carcinoma invasivo. La maggior parte delle neoplasie si sviluppa attraverso questi stadi anche se sono riportate forme che compaiono de novo da focolai di CIN1.
Il concetto di carcinoma cervicale come malattia multistage si sviluppa originariamente all'inizio del 20° secolo quando Rubin (1910) descrive la modificazioni istologiche nell'epitelio cervicale che credeva essere i precursori del carcinoma squamoso invasivo. L'autore notò che cellule alterate presenti nell'epitelio squamoso della cervice erano simili alle cellule tumorali trovate nei carcinomi invasivi. Queste modificazioni vennero poi descritte come "carcinoma in sitù" a indicare la potenziale malignità di questa condizione. Dopo pochi anni i patologi descrissero un ampia gamma di atipie presenti nell'epitelio squamoso ma c'era incertezza su quale tipo di modificazioni potesse con certezza indicare un potenziale maligno. Il termine "displasia" venne introdotto da Reagan e collaboratori (1953) a descrivere i livelli di alterazione più bassi. Le displasie vennero poi classificate in lievi, moderate e severe in relazione alla proporzione di epitelio cervicale occupato dalle cellule neoplastiche.
Nel 1975 l' Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) segnalò che il termine " carcinoma in sitù " doveva essere utilizzate per indicare quelle lesione dove l'epitelio, per il suo intero spessore, era sostituto da cellule neoplastiche non differenziate. La WHO inoltre raccomandava come il termine "displasia" doveva indicare quelle lesioni cervicali in cui solamente una parte dello spessore dell'epitelio veniva sostituto dalle cellule neoplastiche. Il termine displasia era comunque chiaramente considerato come indicare una condizione clinicamente distinta dal carcinoma in sitù e non comportava una situazione potenzialmente invasiva: soprattutto la displasia non necessitava un trattamento. Questa considerazione venne messa in dubbio da Richart che successivamente introdusse il concetto che la displasia lieve, moderata , severa ed il carcinoma in situ rappresentavano il continuum della stessa lesione che si sviluppava da una forma all'altra. Introdusse cosi il concetto di Neoplasia Cervicale Intraepiteliale (CIN) come singolo termine descrittivo che rappresentava tutti i gradi di displasia compreso il carcinoma in sitù.
Tre gradi di CIN ora sono riconosciuti: CIN1 che corrisponde alla displasia lieve;CIN2 che corrisponde alla displasia lieve moderata; CIN3 che corrisponde alla displasia severa e al carcinoma in situ. Studi prospettici indicano come il rischio di progressione della CIN in carcinoma invasivo sia correlato al grado della CIN stessa. La possibilità di evoluzione di una CIN 3 in carcinoma invasivo è maggiore rispetto ad una CIN 1.
Sia la terminologia WHO che i gradi della CIN sono comunemente utilizzati dagli istopatologi per descrivere il carcinoma squamoso preinvasivo. Il sistema di Bethesda (TBS) che ha introdotti i termini HSIL e LSIL che indicano le lesioni descritte dalla CIN. Questi sono trattati nel capitolo della citologia. La terminologia comparata è discussa nella Tavola sottostante.